Lo studente, sconvolto, riferisce all’insegnante che tale Beppe, ubriaco fradicio, lo avrebbe fermato all’ingresso della palestra, piangendo la morte di suo cugino, e blaterando che tutti i soldi che aveva ricevuto da quel maledetto conte per il suo silenzio non lo avrebbero mai consolato, se non grazie al vino dell’osteria.
Pare quindi che Beppe (o Giuseppe, probabilmente), sia uno dei braccianti coinvolti: uno di quelli inizialmente incarcerati, ma poi subito rilasciati come non colpevole. Ma egli, evidentemente, era stato testimone di un omicidio ed era stato complice, forse, nell’occultamento del cadavere della povera donna. Ma allora, se il fattore e i braccianti non sono colpevoli, chi effettivamente lo è?
Se mi seguirai all’Arena Forlivese, troverai l’ultimo indizio che ti svelerà la verità sconvolgente che ha portato alla mia improvvisa sparizione.

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